NEITHER HERE NOR THERE, 2011
Chiesa di San Mattia del’Ex Noviziato dei Crociferi a Palermo
Temporary Museum e Francesco Pantaleone Arte contemporanea
La Sicilia come luogo ormai indefinito, terra di conquista per speculatori senza scrupoli e meta obbligata per chi fugge dai drammi in patria. La Sicilia che vede a rischio dimensione umana e identità storica. Cemento e stracci, uomini e stracci. Sono i due volti della Sicilia com’è, vista con gli occhi di Loredana Longo. Una Sicilia che non guarda in faccia nessuno e si sbarazza di chi l’ostacola, anche gettandolo nella calce viva. Floor#3 né in cielo né in terra: è una grande installazione in cemento ed abiti neri, a simboleggiare l’eterno lutto di una terra devastata da malaffare e speculazioni.
Un video ed alcune immagini fotografiche documentano l’altro lavoro: the Block. E’ la visione, autentica e grottesca, dell'attuale Sicilia terra promessa, ultima spiaggia per migliaia di nordafricani in fuga dalla guerra civile e dai diritti negati ad un’esistenza normale. Un blocco di cemento, un frangiflutti del porto ricoperto di stracci ed esseri umani, gettati sopra come da un’onda improvvisa. L’estetica della distruzione, che ha da sempre segnato e contraddistinto l’opera di Loredana Longo, segna oggi un nuovo step lungo un percorso artisticamente coerente: meno intimo e più pubblico, non di denuncia ma di allarme sociale sotto gli occhi di tutti. E rivolge lo sguardo alla drammatica attualità ma anche ad un futuro sempre più incerto.
Opere in mostra:
NE’ IN CIELO NE’ IN TERRA, 2011
Installazione
Legno, luminarie, cemento e abiti neri da donna
700x400x3 cm la scultura in basso
Il tema del cemento impoverito che devasta il paesaggio siciliano, tanto caro all’artista, diventa denuncia di quel potere mafioso che si è arricchito con la speculazione edilizia. Questo sentimento si materializza in una serie di mattonelle in cemento ed abiti neri (il lutto che copre ogni cosa) che compongono la sagoma della Sicilia, al di sopra, si ripete una luminaria sospesa, come allegoria delle festività siciliane, così dense di sacro e profano, elemento principe della cultura popolare.
THE BLOCK, 2011
Video, stampe fotografiche
Il mare e l’isola rappresentano per gli immigrati il mezzo di evasione dal proprio paese, trasformandosi spesso in una trappola mortale, e chi sopravvive non sa bene cosa aspettarsi. Questo pensiero si tramuta in una massa di abiti e uomini travolta dalla tempesta e scaraventata con forza in un luogo anonimo, quasi irreale, composto da blocchi di cemento grigi. Un lavoro che celebra la dignità di ogni uomo e il suo diritto alla vita, un gesto di attenzione sulla gestione troppo superficiale delle emergenze che derivano dalla immigrazione di massa, alla quale purtroppo siamo tutti impotenti.
Exhibited artworks:
NE’ IN CIELO NE’ IN TERRA, 2011
Installation
Wood, lights, cement and black woman suits
700X400X3 cm
The theme of impoverished cement that devastates the Sicilian landscape, dear to the artist, becomes a condemnation of the power of the mafia that got rich through abusive urban speculation. This feeling is materialized through the cement tiles and black suits (grief that covers everything) that composes the outline of Sicily, above it there is a repeating suspended illumination as an allegory of the Sicilian festivities, dense with holy and profane, key element of the popular culture.
THE BLOCK, 2011
Video, photographic prints
The sea and the island represent for immigrants the means to evade their country, often becoming a deadly trap, and those who survive don’t really know what to expect. This thought is transformed into a bulk of clothing and men crushed by the storm and thrown with force into an anonymous place, almost surreal, made of grey cement block. The work celebrates every man’s dignity and his right to life, an act of attention on the superficial management of the emergencies coming from mass immigration, for which we are all powerless.