THE LINE, 2015
Video e fotografie
The Mdina Cathedral Contemporary Art Biennale "CHRISTIANITY, SPIRITUALITY AN THE OTHERS", Malta
Courtesy Francesco Pantaleone, Palermo

The line è un progetto basato sulla visione di una linea immaginaria che congiunge l’Africa alla Sicilia; e corrisponde al viaggio che migliaia di migranti percorrono giornalmente e per un lungo periodo per scappare dai disordini e dalla guerra.
L’artista ha avuto un colloquio confidenziale con 7 ragazze, parlando sul viaggio e sull’esperienza di fuga fino al loro arrivo in Sicilia. L’artista ha provato a trasformare questo racconto in immagini, utilizzando solo le figure di queste ragazze e dei neon. La luce dei neon illumina e descrive lo spazio, sottolineando diversi aspetti del loro viaggio: un isola, un assassinio, un ponte, una barca, il neon è in questo caso un oggetto che serve da difesa e da offesa. Le ragazze assumono diverse pose creando delle vere e proprie sculture viventi, ma evitando di scivolare in una descrizione retorica o teatrale.

Si ringrazia Rossella Randone, lei lavora presso la Fondazione San Giovanni e centri SPRAR per immigrati e rifugiati politici a Ragusa

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THE LINE, 2015
Video, photography
The Mdina Cathedral Contemporary Art Biennale "CHRISTIANITY, SPIRITUALITY AN THE OTHERS", Malta
Courtesy Francesco Pantaleone, Palermo

The line is a project based on an imaginary line running between Africa and Sicily; it is the journey which a lot of migrants embark on in a ordere to escape the turmoli in their motherland. Seven girls, spoke to the artist about the trip, their experiences and their journey to Sicily. They described the dramatic moments, the violence, but even those instances of hope. The artist tries to transfrom these narration into fixed images, in which the neon lights and the girls become the real protagonists. The neon lights illuminates and draws the space, designting different aspects of their journey: an island, a weapon, a bridge, an object which can both offend and defend. The girls assume dignified poses, they create living sculptures (which incapsulate the strenght of life) and avoid any rhetoric or theatricality.

Thanks to Rossella Randone, she works for Fondazione San Giovanni and SPRAR Centers for immigrats and refugee policies, Ragusa

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